Il contributo dei Fisici Senatori alla politica italiana in un secolo di storia

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 B. Ancarani    30-09-2019     Leggi in PDF

Ancarani

Da sinistra: Ginevra Trinchieri, Raffaella Simili, Gaetano Quagliariello, Luisa Cifarelli, Umberto Bottazzini.

Il 13 settembre scorso, nella prestigiosa cornice della Sala degli Atti parlamentari italiani della Biblioteca del Senato della Repubblica a Roma, si è tenuta la presentazione del volume I Fisici Senatori 1848-1943 di Matteo Leone (Università di Torino) e Nadia Robotti (Università di Genova).

Il progetto di questo libro, edito dalla Società Italiana di Fisica e realizzato col contributo del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche "Enrico Fermi" – Centro Fermi, ha preso origine da un articolo, "I Fisici e il Risorgimento" (di M. Leone, A. Paoletti e N. Robotti) pubblicato su Il Nuovo Saggiatore, bollettino delle Società Italiana di Fisica, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.

Nell'articolo e ancora di più nel volume si vogliono quindi celebrare quegli scienziati, fisici e astronomi, che a partire dall'emanazione dello Statuto Albertino (1848) fino al 1943 ebbero un ruolo attivo nella politica italiana con la loro presenza nelle Aule del Senato e che per questo gli autori hanno deciso di chiamare "Fisici Senatori".

Alla presentazione, introdotta e moderata dal Senatore Gaetano Quagliariello, hanno partecipato come relatori Luisa Cifarelli (Università di Bologna, Presidente SIF), Umberto Bottazzini (Università di Milano), Ginevra Trinchieri (INAF, Presidente SAIt) e Raffaella Simili (Università di Bologna).

Tutti i relatori hanno voluto ricordare i nomi dei ventuno fisici o astronomi illustri che hanno fatto parte del Senato e che hanno quindi contribuito attivamente alla gestione del Paese e al suo sviluppo.

Gaetano Quagliariello ha storicamente inquadrato il Senato dell'epoca, il suo funzionamento, la sua composizione, le modalità di nomina dei Senatori, evidenziando l'interesse del volume, le azioni e gli interventi - talvolta sorprendenti - dei "Fisici Senatori" e gli spunti di riflessione che ancora oggi se ne possono trarre.

Luisa Cifarelli ha ricordato Carlo Matteucci, tra i fondatori de Il Cimento, la rivista che nel 1855 diventerà Il Nuovo Cimento, organo ufficiale della Società Italiana di Fisica, Guglielmo Marconi e i Presidenti della SIF che appunto ebbero anche un ruolo in politica: Pietro Blaserna, Augusto Righi, Orso Mario Corbino, Antonio Garbasso e Vito Volterra.

Ginevra Trinchieri, pur sottolineando la scarsa presenza di fisici astronomi fra i Senatori, ha voluto menzionare Giovanni Celoria e Giovanni Schiaparelli. In particolare, quest’ultimo giurò in Senato solamente dieci anni dopo la sua nomina adducendo come motivazione per questo ritardo il suo impegno totalmente dedicato alla scienza e la conseguente impossibilità di essere presente con la dovuta partecipazione e serietà alla vita politica italiana.

Tuttavia Umberto Bottazzini, autore di una recensione del volume, ha rilevato che fra i primi 58 Senatori che costituirono il Senato nominato da Carlo Alberto ci fu proprio un astronomo, Giovanni Plana, direttore dell’Osservatorio astronomico di Torino, attivo soprattutto durante il Governo provvisorio di Gabrio Casati, fautore della legge relativa al sistema scolastico italiano fino alla riforma Gentile del 1923.

Raffaella Simili ha infine ricordato la figura di Vito Volterra, primo Presidente del CNR, ebreo e antifascista, in polemica con la riforma Gentile. Nel 1931 fu fra i pochi professori universitari che rifiutarono di firmare il Giuramento di fedeltà al Fascismo. Fu quindi costretto a lasciare la cattedra di Fisica Matematica all'Università di Roma e, nel 1934, per un identico rifiuto, decadde anche dall'Accademia dei Lincei. Nel 1938, a seguito della promulgazione delle Leggi razziali, pur restando Senatore, fu allontanato da tutti i suoi altri numerosi incarichi.

Gli autori hanno quindi chiuso l'evento sottolineando come nell'epoca analizzata nel libro il Senato fosse composto da Senatori nominati dal Re e come questi ricoprissero questa carica a vita. I "Fisici Senatori" intervennero in moltissimi ambiti, interagendo con pedagogisti a proposito dell’educazione e dell’istruzione, e contribuendo a trattati internazionali, alla realizzazione di infrastrutture strategiche come ferrovie, reti telegrafiche, fonti energetiche, alla conservazione e tutela ambientale e alla gestione della pubblica amministrazione. E in questa loro attività politica dimostrarono la stessa capacità e la medesima serietà che dedicavano alla scienza.

La presenza dei fisici in Senato, longeva in quanto le nomine furono fatte quando erano in giovane età, e le loro battaglie legislative hanno quindi rappresentato un contributo fondamentale alla vita del Paese che Matteo Leone e Nadia Robotti hanno celebrato con un duro lavoro di ricerca, specie presso l'Archivio Storico del Senato, e l'impegno profuso per la realizzazione di questo libro.


Barbara Ancarani
Responsabile Editoriale SIF