Abbasso i MANEL

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 P. Caraveo    27-05-2020     Leggi in PDF

Immagine elaborata a partire da un frammento in rilievo con San Marco e i suoi successori (Louvre, CC BY 2.5 License), in cui si vede che i MANEL sono un'antica consuetudine.

I momenti di crisi possono spingere all'innovazione oppure, purtroppo, possono far fare dei passi indietro. Con i riflettori concentrati sulla lotta alla pandemia, si presta meno attenzione ai problemi di tutti i giorni: pensiamo alla promozione delle energie rinnovabili, alla lotta al cambiamento climatico, alle pari opportunità.

Lo abbiamo visto succedere il 18 aprile 2020, quando l'ordinanza 663 della Protezione Civile ha ridefinito la composizione del Comitato Tecnico Scientifico. Si tratta di un organo importante che deve supportare il Capo del Dipartimento nelle attività finalizzate al superamento dell’emergenza epidemiologica Covid-19. Ne fanno parte esponenti autorevoli del mondo scientifico, sanitario e non solo, ma chi ha proceduto alla scelta e, successivamente, alla nomina non ha prestato alcuna attenzione al fatto che i 20 membri del CTS fossero tutti uomini. A me la notizia è arrivata da una amica italiana che lavora alla NASA. Sapendo come la penso, mi ha chiesto di fare qualcosa. Allora ho scritto un articolo per la testata giornalistica Scienza in Rete,dove ho detto che la Protezione Civile si era dotata di un MANEL (così vengono chiamati i PANEL formati da soli Maschi). E non è un complimento! Sono molti gli scienziati maschi che si rifiutano di fare parte di un MANEL.

Per fortuna, non sono stata l'unica a protestare. Con la maggioranza del personale medico e infermieristico composta da donne, come è possibile dotarsi di un comitato formato da soli uomini? Alla conferenza stampa quotidiana alla Protezione Civile viene chiesta la ragione della mancanza di donne nel CTS e la risposta è agghiacciante: i membri del CTS sono persone autorevoli ai vertici di istituti, laboratori, enti ospedalieri e non è colpa della Protezione Civile se in queste posizioni ci sono solo uomini. Una giustificazione che peggiora notevolmente una situazione già imbarazzante, trasformando un problema circoscritto a un comitato male assortito in un problema generale perché mette in luce la drammatica carenza di donne nelle posizioni apicali. Se si fossero scusati dicendo che, nella fretta, non si erano posti il problema della parità di genere avrebbero fatto meno sconquasso.

Le parlamentari si rivolgono al Presidente del Consiglio che, finalmente, il 12 maggio decide che ai 20 signori vengano affiancate 6 signore. Giusto la percentuale del 30% richiesta per i consigli di Amministrazione dalla legge Golfo-Mosca, ma certamente un passo avanti.

Speriamo che la lezione non cada nel dimenticatoio e che si impari a prestare attenzione alla composizione dei comitati dove la presenza femminile può offrire una diversa visione dei problemi e un diverso approccio alla loro soluzione.