Multilateralismo, COVID-19 e il ruolo della scienza

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 P. Catapano    27-05-2020     Leggi in PDF

"La scienza non è un estintore, che va tirato fuori nei momenti di crisi e poi rimesso in un cassetto. La ricerca scientifica in tutte le discipline è la nostra arma migliore per sviluppare conoscenza, competenze e strumenti per anticipare le crisi e affrontarle preparati quando queste arrivano".

Un messaggio forte quello della Direttrice Generale del CERN, invitata a portare la voce della scienza all'incontro virtuale organizzato dalle Nazioni Unite di Ginevra il 24 aprile scorso, in occasione della Giornata Mondiale del Multilateralismo e della Diplomazia per la Pace. Questa è stata ideata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2018 per preservare i valori del multilateralismo e della cooperazione internazionale, fondamentali per sostenere i tre pilastri alla base della sua costituzione: pace, sicurezza, sviluppo e diritti umani.

L'edizione 2020, celebrata nel pieno della pandemia di COVID-19, ha voluto sottolineare l'importanza dell'unità dei popoli nell'affrontare sfide globali che non conoscono frontiere.

Il breve discorso di Fabiola Gianotti è stato quanto mai efficace per aver ricordato come la scienza sia per definizione multilaterale, universale e unificante. "La scienza non ha passaporto, razza, partito politico o genere. Basate su dati obiettivi e non opinioni, le leggi della scienza sono le stesse ovunque", ha sottolineato, portando l'esempio storico del CERN, con i suoi 18000 scienziati di 110 nazionalità, creato nel 1954 non solo per riportare l’eccellenza scientifica in Europa ma, per costituzione, per promuovere la collaborazione multilaterale e pacifica nell'immediato dopoguerra, grazie ai valori unificanti della "sete per la conoscenza e il bisogno di capire come funzionano le cose, aspirazioni e valori condivisi dall'intera umanità".

L'attuale crisi sanitaria, che ha inaspettatamente colto tutti i paesi ugualmente impreparati, ha catapultato in scena virologi, epidemiologi e altri illustri scienziati, investiti da ondate di notorietà solitamente riservate ad attori e cantanti. I governi del pianeta prendono le loro decisioni basandosi sulle raccomandazioni di gruppi di esperti - e il paragone con l’estintore calza a pennello - ma non è questo che la scienza vuole né merita.

Nella visione di Fabiola Gianotti, il ruolo della scienza nella società odierna, in tutte le sue discipline, va ben oltre quello dell’arma da utilizzare per affrontare i momenti di crisi come questo, o le future crisi che possiamo già intravedere sul nostro orizzonte, per esempio in settori come la cybersecurity o l'energia. Oggi, la miglior lezione che la scienza insegna al mondo riguarda i suoi valori più profondi, che questa crisi ha messo in luce: cooperazione, multidisciplinarità, condivisione delle conoscenze in modo aperto ed egualitario. Queste le parole chiave della scienza per affrontare il mondo post-COVID, segnato inesorabilmente da un peggioramento delle diseguaglianze già esistenti tra paesi poveri e ricchi e da un aumento del divario nell’accesso all’educazione e alle risorse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo.


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