Verso Horizon Europe: ruolo e prospettive delle infrastrutture di ricerca italiane

Il 16 luglio 2020, organizzato da APRE, l'Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, si è tenuto un incontro virtuale sul ruolo e sulle prospettive delle infrastrutture di ricerca italiane in vista del nuovo Programma Quadro Horizon Europe. Scopo principale dell'incontro è stato quello di fornire un momento di dibattito, condivisione e confronto all'interno della comunità italiana delle infrastrutture di ricerca, affrontando i principali aspetti del nuovo programma ed evidenziando le aspettative a livello nazionale, al fine di cominciare a delineare il posizionamento della stessa comunità verso Horizon Europe.
Particolare enfasi è stata posta sulle novità del nuovo Programma Quadro, che continuerà a sostenere e promuovere l'eccellenza scientifica in Europa come già fatto in precedenza da Horizon 2020, ma con un approccio molto basato sull'impatto sociale, economico e scientifico al fine di garantire risultati sempre più rilevanti e soprattutto fruibili dalla società civile.
In questo contesto più focalizzato sugli impatti, le infrastrutture di ricerca svolgono un ruolo sempre più centrale nel progresso della conoscenza e della tecnologia e del loro utilizzo. Offrono servizi di ricerca di alta qualità a utenti di diversi Paesi e attirano i giovani verso la scienza.
Come ricordato nel corso dell’evento da Gelsomina Pappalardo, rappresentante della Configurazione INFRA Shadow di Horizon Europe, «Le infrastrutture di ricerca europee hanno il potenziale per migliorare la capacità di risoluzione dei grandi problemi della società. È necessario ora un nuovo sforzo perché le infrastrutture di ricerca possano fornire ulteriori dati e servizi sviluppati ad hoc per accelerare la transizione verso un futuro verde e digitale, sostenere un sistema sanitario efficace e reattivo, e fornire strumenti efficaci basati sull’evidenza scientifica a supporto dei decisori. Per affrontare meglio le nuove sfide ambientali, sociali ed economiche globali, è necessario un contributo più esplicito delle stesse infrastrutture di ricerca ai grandi obiettivi politici dell'Europa, mettendo così la scienza al servizio della società e aumentando la competitività dell'Europa».
L'incontro è stato vivace e interessante, nonché utile a chi sta svolgendo un ruolo di contatto con la Commissione Europea (CE). Si è aperto con una introduzione alla giornata e un cenno sul ruolo di APRE da parte di Marco Falzetti – Direttore APRE, seguiti da un intervento di Gianluigi Consoli, della Direzione generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca del MUR, che ha sottolineato l’importanza delle infrastrutture di ricerca italiane nel prossimo Programma Quadro e ha ricordato i lavori in corso per la definizione del nuovo Piano Nazionale della Ricerca (PNR) e delle sue infrastrutture (PNIR). Lorenza Saracco, della Commissione Europea, ha presentato il ruolo delle infrastrutture di ricerca nell’ambito del "Pillar I, Excellent Science" del programma europeo che è incardinato sulle priorità politiche della CE, mentre Gelsomina Pappalardo ha illustrato le prospettive per la comunità italiana e lo stato dell’arte dello "Strategic Orientation Document" del Programma Quadro.
L'incontro è terminato con una tavola rotonda moderata da Caterina Buonocore di APRE, alla quale hanno preso parte, oltre a Gelsomina Pappalardo, anche Speranza Falciano ed Eugenio Coccia in qualità di Alternate della Configurazione INFRA Shadow Horizon Europe, e Giorgio Rossi, che da rappresentante italiano nel Governing Board dell'European Open Science Cloud (EOSC) ha illustrato come EOSC integrerà le infrastrutture di ricerca e digitali europee creando una rete "internet dei dati scientifici", rendendone possibile l'accesso e fornendo servizi avanzati per ricercatori e innovatori in tutto lo spettro della conoscenza.
Al dibattito aperto hanno contribuito attivamente numerosi rappresentanti e stakeholders del mondo delle infrastrutture di ricerca italiane, rendendo così l'evento molto partecipato e sicuramente un utile confronto in questa fase di definizione del nuovo Programma Quadro europeo.