Un grande fisico che si divertiva a fare scienza

Per ricordare la figura di uomo e di scienziato di Nicola Cabibbo a dieci anni dalla sua scomparsa, il 15 dicembre 2020 si è tenuto il “Nicola Cabibbo Memorial Symposium”.
Organizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), nelle intenzioni originali avrebbe dovuto svolgersi presso i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF), il luogo nel quale Nicola Cabibbo ha iniziato, negli anni sessanta, la sua brillante carriera e a cui è rimasto sempre legato. Purtroppo, la pandemia che affligge il pianeta ci ha costretto a tenere l’evento in modalità online, ma questo non ha ridotto la partecipazione (più di 400 iscritti) e neanche il calore con cui la comunità italiana dei fisici delle particelle ha voluto rendere omaggio a uno dei suoi esponenti più illustri.
Il simposio è stato un’occasione per ripercorrere le tappe della carriera scientifica e manageriale di Nicola Cabibbo, ma anche per analizzare l’eredità che una personalità di questo calibro ha saputo lasciarci. Dopo gli esordi come ricercatore INFN, nel 1969 diventa professore universitario a L’Aquila per poi trasferirsi a Roma, insegnando sia fisica teorica sia fisica delle particelle elementari alla Sapienza e a Tor Vergata. Membro dell’Accademia dei Lincei dal 1987, Nicola Cabibbo è noto nel mondo della fisica soprattutto per la teoria sulla universalità delle interazioni deboli. Pioniere nell’uso delle simulazioni numeriche nello studio della cromodinamica quantistica, è stato tra i promotori dell’Array Processor Experiment (APE), uno dei primi esperimenti di calcolo parallelo. Dal 1983 al 1992 è stato Presidente dell’INFN e dal 1993 al 1998 Presidente dell'ENEA. Nel 1993 è stato nominato, da Papa Giovanni Paolo II, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.
Una caratteristica di Nicola Cabibbo, che è stata più volte sottolineata dagli oratori al simposio, è stata la vastità degli interessi e il genuino piacere che ha dimostrato in tutta la sua vita a sondare l’ignoto. Personaggio di grande umanità, la vera eredità di Cabibbo è rappresentata non solo dalla luce che ha irradiato su molti aspetti oscuri della scienza, ma anche dagli studenti e dai colleghi che ha saputo ispirare. In questo contesto si inserisce il Fellowship Program, intitolato alla sua memoria, lanciato due anni fa dai Laboratori Nazionali di Frascati con il supporto delle tre Sezioni INFN dell’area romana. L’obiettivo di questo programma è quello di reclutare brillanti giovani teorici da tutto il modo per mantenere alto il livello dei contributi alla fenomenologia teorica della fisica e dell’astrofisica seguendo l’esempio di Cabibbo che ha saputo far nascere una vera scuola “romana” di fisica teorica.
Personalmente non ho avuto il piacere di conoscere da vicino Nicola Cabibbo, ma l’idea che mi sono fatta di lui può essere riassunta in una famosa frase attribuita a Confucio: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita”. Nicola Cabibbo ha seguito alla lettera il principio confuciano e, svolgendo il lavoro che lo appassionava, ha passato la vita divertendosi a fare scienza.
Paola Gianotti – Dirigente di ricerca dell’INFN è la responsabile della Divisione Ricerca dei Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) dal 2016. Ha partecipato a diversi esperimenti per studiare le interazioni forti al CERN di Ginevra, al laboratorio FAIR di Darmstadt e anche a Frascati. Negli ultimi anni svolge la sua attività di ricerca all’interno di PADME, l’esperimento che, grazie al fascio di positroni dei LNF, utilizza un approccio innovativo allo studio della materia oscura. |