Può la DaD innovare la didattica universitaria? L'esperienza dell'emergenza

La didattica universitaria mostra una grande inerzia al rinnovamento: il suo modello di trasmissione del sapere è basato oggi principalmente sulla lezione frontale "ex cathedra" come nel Medioevo, modalità che ha comunque consentito per secoli la trasmissione del sapere da una generazione alla successiva. Già alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, l'ampliamento della popolazione studentesca ha messo in crisi questo modello trasmissivo. Inizialmente ciò è avvenuto nel disinteresse di tutti, ma indicatori di qualità ed efficacia, come il numero di abbandoni al primo anno o la frazione di laureati in corso, ne mostrano chiaramente i limiti. Le Università hanno quindi iniziato a riflettere sui metodi di insegnamento, sugli strumenti e gli approcci da utilizzare: riflessione che comunque stenta a concretizzarsi.
Lo sviluppo dell’informatica nel corso degli ultimi decenni ha messo a disposizione strumenti tecnologici che favoriscono l'interazione tra le persone, la diffusione delle informazioni e l'accesso alle fonti del sapere: questo ha aperto la strada all’adozione di metodologie telematiche di insegnamento alternative o complementari a quelle tradizionali, possibilità che comunque è ancora poco utilizzata.
La pandemia ha obbligato tutti all'uso di questi strumenti telematici. Inizialmente ci si è limitati alla trasmissione della lezione frontale condotta nella modalità tradizionale, in diretta o registrata. Successivamente, per meglio fronteggiare la situazione, molte strutture universitarie e molti docenti hanno promosso e realizzato soluzioni per migliorare l’efficacia della didattica, favorire l'interazione tra gli studenti, svolgere attività pratiche a distanza. In pochi mesi sono state realizzate attività innovative in un numero maggiore che nei decenni precedenti, e ciò ha permesso di affrontare la situazione pandemica offrendo agli studenti una didattica di qualità ed efficace.
Al termine di questo periodo di didattica a distanza (DaD) forzata, nell'ottica dell’innovazione, la Conferenza dei Presidenti e dei Direttori della Strutture Universitarie di Scienze e Tecnologie (con.Scienze), in collaborazione con l'Università di Bologna, ha organizzato il convegno on-line "Prospettive per il miglioramento della didattica universitaria dopo l'esperienza della pandemia". Il Convegno ha analizzato quanto avvenuto nei tre semestri di "DaD COVID" per far emergere quelle esperienze e pratiche che hanno inciso positivamente sulla qualità della didattica, nella prospettiva che esse possano sopravvivere anche dopo l’auspicato ritorno alla normalità.
Il Convegno, tenutosi in modalità online il 24 settembre 2021, ha previsto una sessione plenaria nella quale sono state affrontate problematiche generali di natura tecnologica, psico-pedagogica e disciplinare; 7 sessioni parallele in cui sono state presentate le attività disciplinari sviluppate nelle diverse sedi; una sessione plenaria finale in cui i coordinatori delle sessioni parallele e Gabriele Anzellotti dell'Università di Trento hanno sintetizzato quanto emerso nel Convegno.
I materiali e le registrazioni del Convegno, consultabili sulla pagina web di con.Scienze, costituiscono una prima documentazione completa di quanto prodotto in ambito scientifico, dando la possibilità ai docenti di analizzare e valutare le diverse attività, adottando eventualmente quelle ritenute utili al miglioramento della propria didattica.
È prematuro fare previsioni sul futuro della DaD nell'insegnamento universitario. Il Convegno ha mostrato chiaramente che essa può integrare, innovare e migliorare l'efficacia della didattica tradizionale, ma anche come sia necessario un profondo cambiamento di prospettiva da parte dei docenti perché questo avvenga.
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