Open Access oggi e domani: l'ACS fa il punto della situazione

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 B. Ancarani    29-11-2021     Leggi in PDF

Il 26 ottobre si è tenuto in modalità virtuale un evento organizzato dall'American Chemical Society (ACS) per parlare degli sviluppi delle pubblicazioni in Open Access e delle possibilità e delle conseguenze che questa opzione porta con sé per l’editoria, per i ricercatori e per il mondo accademico e scientifico in generale.

Strutturato in cinque sessioni di un’ora l’una (le cui registrazioni sono disponibili su richiesta), l'evento ha proposto differenti gruppi di discussione, ciascuno dei quali ha visto la partecipazione di rappresentanti appartenenti ai diversi ambiti chiamati a confrontarsi con le pubblicazioni in Open Access. Particolarmente interessanti sono stati gli interventi di James Milne (President, ACS Publications), Sarah Tegen (Senior Vice-President, ACS Journals Publishing Group), Robert Hillman (Professore di chimica fisica, Università di Leicester), Emma Wilson (Director of Publishing, Royal Society of Chemistry), Ben Mudrak (Senior Product Manager, ChemRxiv) e Howard Ratner (Executive Director, CHORUS).

I punti di vista espressi sono stati molteplici, ma tutti sono stati d'accordo nel sostenere che la strada verso un nuovo modello di editoria in Open Access e di quello che questo comporta in termini economici e culturali è estremamente complessa e piena di sfide. Sfide che le case editrici, il mondo della ricerca e in generale gli istituti e i governi dovranno affrontare per fare in modo che la scienza, per presentare i propri raggiungimenti e risultati, abbia uno spazio che sia sostenibile per tutte le parti coinvolte, sicuro e inclusivo.

In questo senso sarà molto importante ripensare i modelli di abbonamento alle riviste e formulare accordi fra editori e istituti o governi in modo da agevolare gli autori con percorsi che portino alla pubblicazione in Open Access dei loro articoli sempre più lineari e semplici. Inoltre, nel caso dei paesi emergenti a basso e medio reddito, sarà necessario rimodulare le APC (Article Processing Charges) per evitare che si creino barriere e differenze che frenino o fermino la diffusione della scienza a livello mondiale. Infine, soprattutto da parte degli autori, viene la richiesta che il processo di revisione fra pari diventi sempre più trasparente e condiviso.

Se per quello che riguarda gli accordi e gli abbonamenti si stanno elaborando transformative agreements e read-and-publish agreements, molto importante viene ritenuto il contributo che nuove piattaforme come ChemRxiv, sciMeetings e CHORUS offrono alla pubblicazione dei preprints di articoli, di proceedings e alla gestione in termini burocratici della pubblicazione in Open Access. In particolare, sciMeetings (piattaforma dell’ACS) e ChemRxiv (piattaforma nata nel 2017 e sostenuta dall’ACS, dalla Chinese Chemical Society, dalla Royal Society of Chemistry, dalla Gesellschaft Deutscher Chemiker e da The Chemical Society of Japan) rappresentano un’ottima opportunità per gli autori che vogliono dare immediata visibilità ai loro articoli (in versione preprint) godendo anche dell’assegnazione di un DOI.

Infine, in questo processo di transizione verso un futuro in cui le pubblicazioni in Open Access saranno sempre più diffuse, un ruolo essenziale dovrà essere svolto dalle learned societies che svolgono attività editoriali. Attraverso il loro lavoro di diffusione della conoscenza e i contatti con le proprie comunità sarà possibile raccogliere informazioni e scambiare proficuamente opinioni e indicazioni sulle direzioni che consentano di modellare e definire il futuro dell’editoria, della ricerca e della scienza nel modo più efficace, equilibrato ed inclusivo.

In conclusione, sebbene l'incontro organizzato dall’ACS abbia messo in luce la complessità e i molteplici aspetti che caratterizzano la transizione verso un nuovo modello di editoria in Open Access, è stato comunque ribadito da tutti i convenuti che il denominatore comune di qualsiasi azione o sforzo, presente e futuro, da cui nessuna delle parti coinvolte potrà prescindere e che non si dovrà mai dimenticare, è che l'obbiettivo ultimo è, e rimane, il bene della scienza: Science first!


Barbara Ancarani – Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna, dal 2001 fa parte dello staff della redazione della Società Italiana di Fisica, di cui è responsabile editoriale dal 2018.