Dall'accademia alla comunicazione scientifica, una scelta per passione

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 R. Cercola    27-12-2021     Leggi in PDF

Iniziare l'università sapendo già cosa si farà "da grandi" non è molto comune. In genere, si segue una curiosità, una passione, una voglia di approfondire.

Mossi dalla passione si inizia un percorso che prevede alcune tappe obbligate, come la laurea, e altre propedeutiche a qualcosa di cui non si è ancora certi. Prendiamo il mio caso: ho scelto chimica, attratta dal fascino di poter manipolare la materia. L'accademia mi ha portata un po' dove voleva lei, con quella corsa alle scadenze e le opportunità da prendere al volo, come un dottorato in chimica fisica nel Regno Unito sullo studio di frammentazioni molecolari iniziate dall’interazione con radiazione UV-Vis. Se all'epoca pensavo al futuro, l'unico bivio che mi veniva in mente era tra carriera accademica e ricerca in azienda. Eppure, oggi mi occupo di comunicazione scientifica.

Negli ultimi anni stiamo vedendo una rivisitazione della professione del ricercatore scientifico. Si sta scardinando quell'idea che la vita di un dottorando sia fatta solo di lavoro in laboratorio. Molti atenei e società civili stanno dando valore e importanza all'equilibrio tra vita personale e professionale, tra tempo libero, famiglia, salute e attività lavorativa, ambizione, carriera. Ed è così che sempre più persone si affacciano al mondo della divulgazione scientifica e dell’outreach, trasformandola talvolta in carriera.

Può essere utile, a tale scopo, guardarsi intorno durante il dottorato e magari fare "volontariato" in ambiti che sembrano interessanti. Io, per esempio, dopo aver costruito un portfolio di articoli di divulgazione ho orientato la mia ricerca verso ciò che mi appassionava di più: comunicare la scienza per indirizzare la curiosità dei piccoli e risvegliare quella dei grandi. Ed è così che oggi mi ritrovo al Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Heidelberg, in Germania, nel ruolo di assistente editore per un giornale no-profit dedicato agli insegnanti di scienze di tutta Europa, Science in School. La rivista, finanziata da EIROforum, consorzio di centri di ricerca europei, cadeva perfettamente al centro dei miei interessi: scienza, divulgazione, no-profit e scrittura, con, in più, il bonus di stare a EMBL e di lavorare con EIROforum.

Le mie mansioni quotidiane possono essere diverse da quelle più tecniche che svolgevo durante gli studi, ma la mia formazione mi agevola in molti aspetti: saper fare ricerca bibliografica, conoscere il gergo e saperlo tradurre, poter imparare nuovi strumenti velocemente, essere in grado di gestire un progetto da zero.

Il passaggio dall'accademia alla comunicazione è forse più semplice di quanto non si possa pensare. Non si tratta di un "piano B", e, con il senno di poi, neanche di un semplice bivio, o di una chiamata illuminante, ma di scelta per passione. E quello che è rilevante è che la formazione scientifica crea uno spettro di competenze così vasto da renderci flessibilmente "spendibili" in più ambiti, accademico, industriale, imprenditoriale, di divulgazione o comunicazione.


Rosaria Cercola – Napoletana, dopo un dottorato in chimica fisica nel Regno Unito e una breve parentesi da scrittrice freelance in Texas, vive in Germania, dove lavora per EIROforum a EMBL. Tratta di carriere non accademiche sul suo account Instagram @phd_and_then_what.