The evolving landscape of research infrastructures in Europe

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 G.C. Righini    17-10-2014     Leggi in PDF
Courtesy of Sergio Bertolucci, CERN

Nei giorni 24 e 25 settembre Trieste è stata la sede di una conferenza sul panorama attuale e l'evoluzione delle infrastrutture europee di ricerca (European Research Infrastructures, ERI), organizzata nell'ambito delle iniziative del semestre di Presidenza Italiana dell'Unione Europea.

La conferenza ha visto la partecipazione di quasi 150 esperti da tutta l'Europa ed è stata presieduta da Carlo Rizzuto, Direttore Esecutivo di CERIC-ERIC (Central European Research Infrastructure Consortium), il consorzio costituito da Austria, Italia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia e Slovenia, che rappresenta un'infrastruttura di ricerca distribuita. Oltre a fare il punto della situazione, l'obiettivo della conferenza era anche quello di far uscire un messaggio per il nuovo Commissario Europeo per la Ricerca, la Scienza e l'Innovazione, il Segretario di Stato portoghese Carlos Moedas.

Valutazione, efficacia, sostenibilità: queste le parole chiave per lo sviluppo delle ERI secondo il Ministro Stefania Giannini, che ha aperto i lavori della conferenza. Parole che sono state riprese da numerosi oratori, che hanno spesso sottolineato l'importanza della sostenibilità, nel senso che non solo è fondamentale valutare bene i costi di progettazione e di implementazione di un'infrastruttura, ma anche – se non soprattutto – valutarne i costi annuali di gestione e la loro compatibilità con i bilanci nazionali ed europei dei prossimi anni. A tale riguardo, un tema comune a diversi interventi è stato anche quello della necessità di coerenza, sincronizzazione e integrazione tra finanziamenti nazionali ed europei. Altrettanto importante è riuscire a definire corrette procedure per la valutazione delle ERI, sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista scientifico; avere dei benchmark europei sarebbe utile anche per le valutazioni a livello nazionale.

Non è mancata, infine, la discussione sulla natura di una "Infrastruttura di Ricerca" (IR); due definizioni sono sembrate particolarmente efficaci: le IR non sono soltanto grandi macchine, ma centri (hubs) di competenze e innovazione, secondo John Womersley (Science and Technology Facilities Council, UK); le IR sono il terreno privilegiato per mettere in atto programmi lungimiranti (visionary policies), secondo Sergio Bertolucci (CERN).

Gli interessati possono trovare la lista dei partecipanti e le presentazioni sul sitoweb di Elettra. Il programma delle due giornate è stato completato dal workshop di lancio della nuova roadmap dell'European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI), presieduto da John Womersley. Dopo la prima roadmap, approvata nel 2006, e gli aggiornamenti effettuati nel 2008 e nel 2010, che hanno portato a individuare 48 progetti, l'obiettivo è ora di definirne una nuova, in armonia con il programma quadro Horizon 2020, che includa al massimo 25 progetti, di cui circa 10 potranno essere nuovi. È significativa l'introduzione della regola per cui saranno eliminati i progetti che sono rimasti più di 10 anni nella roadmap senza passare alla fase di implementazione. I paesi membri potranno avanzare le nuove proposte entro il 31 marzo 2015, in modo da completare la nuova roadmap entro il 2016.