Quale Scienza … Quale educazione? Il progetto CateriNa risponde

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 G. Artiano    28-02-2022     Leggi in PDF

Napoli presenta un quadro allarmante per l'alto tasso di abbandono scolastico e di giovani senza un'occupazione. Ma la città offre significative esperienze educative di avanguardia, diffuse nei quartieri con presidi territoriali e poli di volontariato: negli anni sono stato in contatto con alcune di queste esperienze, e tra le ultime ho avuto la possibilità di prendere parte al progetto "Costruire e Animare Territori Educativi per Ripensare Insieme Napoli" (CateriNa) con il gruppo di ricerca in Didattica della Fisica dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il progetto è coordinato dalla Traparentesi Onlus ed è stato selezionato dall'impresa sociale "Con i Bambini" nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il programma ha come obiettivo principale il rafforzamento del ruolo della comunità educante, innescando nei territori percorsi virtuosi di empowerment individuali e collettivi orientati a prevenire la fuoriuscita precoce dal sistema formativo dei minori a rischio. "Venti le classi coinvolte e oltre 300 i minori tra i 5 e i 14 anni presi in carico dal progetto, che ha sperimentato nuovi interventi di contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, agendo attivamente nei quartieri più vulnerabili del centro di Napoli, grazie all'ausilio di 100 tra educatori e docenti", questi i dati di CateriNa riportati da Luigi Salerno, presidente di Traparentesi.

Il contributo del nostro gruppo di ricerca si caratterizza per il riconoscimento della funzione che l'educazione scientifica, matematica e tecnologica può svolgere nella formazione culturale generale delle persone, sviluppando modelli di intervento "risonanti" con la comunità educante (famiglie, educatori e bambini). Ci sembra che, dopo più di tre anni di impegno diretto, i risultati finora raggiunti siano giudicati molto promettenti da tutti i soggetti coinvolti, e iniziamo a intravedere modelli di intervento efficaci in grado di rispondere in modo adeguato alle richieste dei territori in cui operiamo. Cosa abbiamo imparato? Con la nostra esperienza in didattica della fisica, affrontando direttamente il problema della povertà educativa, abbiamo compreso che esso richiede la collaborazione di competenze provenienti da campi diversi: si possono sviluppare proposte efficaci soltanto con un profondo sforzo d'integrazione tra esperti di discipline scientifiche, di matematica, e il coinvolgimento di educatori, psicologi, insegnanti e famiglie.

In un recente intervento, il Premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi interviene in modo anche autocritico sul rapporto tra scienza e società: "Ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale, il prestigio della Scienza e la fiducia in essa stanno diminuendo velocemente. [...] È possibile che questa sfiducia di massa nella scienza che arriva fino al nostro Parlamento sia dovuta anche a una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche quando in realtà non lo è affatto." Si tratta di un problema culturale, la ricerca deve abbandonare l'autoreferenzialità e aprire alla società una discussione sul significato e sulla rilevanza della scienza per e con tutti i cittadini.

L'esperienza di CateriNa ci insegna che la fisica e il suo modo di interrogare e interpretare fenomeni può essere di grande aiuto nello sviluppo di un pensiero critico.  Occorre imparare a interagire con esperti in campi diversi, sia per affrontare situazioni complesse con una visione unitaria, sia per condividere con i cittadini il senso del fare scienza, un’impresa umana con inevitabili incertezze e grandi successi. 


Giancarlo Artiano – È dottorando di ricerca in Matematica, Fisica e applicazioni per l'Ingegneria presso il Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli". Fa parte del gruppo di ricerca in Didattica della Fisica dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e partecipa attivamente al progetto Laboratorio per l'Educazione alla Scienza (LES).