Un piano di ripresa e una strategia per il futuro

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 E. Coccia    30-05-2022     Leggi in PDF

Sappiamo bene che l'Italia deve investire di più in ricerca e sviluppo, rafforzare il suo sistema produttivo, modernizzare la sua pubblica amministrazione, porre rimedio al secolare divario tra nord e sud, intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all'esclusione sociale e alle disuguaglianze. Per raggiungere questi obiettivi si guarda oggi con grande speranza alla realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Ricordiamo che il PNRR è il programma che ciascuno Stato membro deve predisporre per accedere ai fondi di Next Generation EU, uno strumento da 750 miliardi di euro, costituito da sovvenzioni e prestiti, che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026. Lo scopo è esplicito: rilanciare l'economia degli Stati membri, superando la crisi dovuta alla pandemia e rendendo l'Europa più verde e più digitale. L'Italia è la principale beneficiaria di questo nuovo programma di finanziamento comunitario con 191,5 miliardi di euro di fondi suddivisi tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi). A tali risorse si aggiungono poi circa 13 miliardi di euro di cui il nostro paese beneficerà nell'ambito del programma Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU). Il governo ha inoltre, con apposito decreto legge, stanziato ulteriori 30,62 miliardi che serviranno a completare i progetti. Totale: 235,12 miliardi di euro.

Compiere, grazie a una robusta iniezione di risorse a tempo determinato, un salto quantico che porti il nostro paese a un più alto livello di modernità a tempo indeterminato. Questo, in sintesi, potrebbe essere definito lo scopo del PNRR: è un treno che passa oggi e che non possiamo perdere.

Due riflessioni, dal nostro mondo dell'università e della ricerca. La prima è che si tratta di finanziamenti a tempo determinato. Non è da questo piano che può arrivare direttamente l'investimento pubblico a lungo termine in ricerca e sviluppo richiesto a gran voce (in primis da fisici italiani, come riportato in dettaglio già l'anno scorso su SIF Prima Pagina, in un editoriale di Angela Bracco) per portare il nostro paese ai livelli di finanziamento europei.

La seconda riflessione ha a che fare con la legge della domanda e dell'offerta. Si prevede che da questo piano emergano nuovi soggetti in grado di fare ricerca di base e soprattutto applicata (Consorzi, Fondazioni), che andranno ad aggiungersi alle realtà esistenti cioè le attuali università ed enti pubblici di ricerca. Se non si riuscirà a creare un ecosistema nazionale in grado di far crescere in pochissimi anni la domanda da parte della società (di laureati, ricercatori, servizi, infrastrutture) avremo creato una serie di nuovi soggetti in competizione con gli attuali sulle stesse future risorse.

C'è il rischio che, come dopo una piena del Nilo, se non si creano opportuni sistemi di irrigazione con la realizzazione di nuovi pozzi, il terreno dopo l'inondazione torni desertico.

La sfida è enorme: investire presto e responsabilmente una quantità di risorse senza precedenti.

Proprio perché la realizzazione del PNRR è un passaggio cruciale per il futuro del nostro paese, iniziative di monitoraggio sono fondamentali, sia per verificare la gestione di queste ingenti risorse da parte del governo, sia per fare divulgazione: obiettivi perseguibili solo attraverso la conoscenza dei dati. Per questo è nato la settimana scorsa Openpnrr, un progetto della Fondazione Openpolis in collaborazione con il Gran Sasso Science Institute, che si pone come punto di osservazione indipendente rispetto agli annunci delle istituzioni coinvolte. Il portale raccoglie tutti i dati relativi alle riforme legislative approvate a da approvare e agli investimenti. Di particolare rilievo è il calendario temporale delle riforme approvate in base al quale l'EU dispone il trasferimento delle risorse. Saranno a disposizione dati sulle varie attività, comprese quelle dove partecipano università ed enti di ricerca.


Eugenio Coccia
Vice Presidente SIF


Eugenio Coccia – È professore ordinario di fisica e Rettore del Gran Sasso Science Institute de L'Aquila. È associato di ricerca all'INFN ed è Vice Presidente della SIF.