Una nuova identità per la nostra scuola

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 L. Cifarelli    14-06-2022     Leggi in PDF

Lo scorso 16 maggio, nella Sala Ulisse dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, si è svolto un importante incontro con il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Tema dell'incontro: la scuola che verrà, un tema di estrema rilevanza soprattutto dopo il prolungato periodo di didattica a distanza cui i nostri ragazzi hanno dovuto sottostare a causa della pandemia da COVID-19.

Animato dal Presidente dell'Accademia di Bologna, Walter Tega, l'incontro – organizzato in collaborazione con l'Accademia delle Scienze di Torino, rappresentata dal suo Presidente Massimo Mori – ha messo in evidenza l'impegno del mondo accademico nei confronti della scuola. Tale impegno non riguarda soltanto i ragazzi, in vista di un loro eventuale reclutamento come studenti universitari, ma anche i docenti della scuola, in vista di una loro adeguata formazione della quale le università hanno la piena responsabilità.

A tale proposito, Walter Tega ha brevemente presentato il progetto "Lessici" dell'Accademia di Bologna, rivolto agli istituti scolastici superiori, il cui scopo è quello di fornire materiali e strumenti formativi legati alle nuove conoscenze, "per risalire dalle parole alle cose". Il progetto si articola sui lessici di varie discipline: dalla filosofia, all'arte, alla comunicazione, alle scienze, in particolare alle tecnologie informatiche e alla sostenibilità ecologica.

Il Ministro Bianchi ha poi illustrato la sua visione per la scuola italiana, che ancora conserva il retaggio degli antichi schemi della riforma Gentile pur essendo ormai figlia della riforma delle autonomie voluta da Prodi e Berlinguer alla fine degli anni Novanta. "Autonomia e innovazione viaggiano assieme", ci ha ricordato il Ministro, "e la sperimentazione deve diventare comunità di tutti". Nel suo excursus, dalla scuola dell’infanzia ("che non è assistenza sociale ma educazione"), alla scuola primaria, media, superiore, senza dimenticare la scuola tecnica e professionale, il Ministro si è dapprima soffermato sull'educazione dei bambini.

La scuola degli ultimi 20 anni è stata capace di generare una grande innovazione, quella di accompagnare un Paese come l'Italia in declino demografico ad avere la possibilità di includere tutti. La nostra scuola primaria è uno straordinario punto di riferimento in tutta Europa e denota una formidabile attitudine all’accoglienza e all'inclusione. Basti pensare ai 25000 ragazzi ucraini che sono già stati accolti dall'inizio della guerra. Non a caso il PNRR ha destinato più di 4,5 miliardi di euro agli asili nido "affinché non vi sia contrapposizione tra maternità e lavoro".

La scuola dell'obbligo fino ai 16 anni, che include la scuola media, necessita di particolare attenzione per quanto riguarda l'articolazione del percorso, poiché costituisce oggi un momento di frattura, e anche di abbandono e di dispersione. Il vero senso della scuola, nelle parole del Ministro Bianchi, è nelle discipline, nelle attività orientative e nelle competenze, nella capacità di ridare dignità sociale a tutti i mestieri, ma soprattutto nell'insegnamento del vivere insieme e nel rispetto del prossimo. La nostra scuola è e deve essere una "scuola affettuosa".

Per quanto riguarda gli insegnanti, il Ministro Bianchi ha innanzitutto precisato che la professione dell'insegnante scolastico deve essere meglio retribuita e meglio percepita dalla nostra collettività. Ha inoltre sottolineato, per gli insegnanti della scuola superiore, il ruolo dell'università per la loro formazione post-laurea, fatta di 60 crediti formativi che includano necessariamente competenze pedagogiche, competenze disciplinari e soprattutto il tirocinio con insegnanti più anziani.

Infine, tornando ai ragazzi, il Ministro Bianchi ha formulato il forte auspicio che la nostra scuola prepari dei giovani umanamente solidi per affrontare l'incertezza e anche la solitudine del loro tempo, che abbiano grande rispetto per gli altri e grande capacità di imparare. "Bisogna avere chiarezza", ha concluso il Ministro, "che però la scuola non finisce, che la formazione delle persone non può finire e che la capacità continua di partecipare alla vita collettiva come luogo di autoeducazione diventa fondamentale."


Luisa Cifarelli – Professore di fisica sperimentale all'Università di Bologna, ha svolto ricerche in fisica subnucleare e fisica delle astroparticelle presso i maggiori laboratori europei. Membro della Academia Europaea e dell'Accademia delle Scienze di Bologna, presidente onorario della Società Italiana di Fisica, è stata presidente della Società Europea di Fisica e, in Italia, del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche "Enrico Fermi".