L'anno che verrà: quali questioni per la Commissione Didattica Permanente della SIF

Tutti si augurano che il prossimo anno sarà quello definitivo per lasciarci la pandemia alle spalle e tornare alla normalità. L'anno che è appena trascorso ci ha visto riprendere le attività in presenza: nelle scuole, si è tornati a svolgere le lezioni all'interno delle mura scolastiche e anche l'esame di maturità ha visto ripristinate le prove scritte, seppur in forma semplificata.
Noi docenti universitari abbiamo finalmente tenuto di nuovo le lezioni in aula – magari con il supporto della tecnologia, per favorire coloro che ancora si trovavano impossibilitati a muoversi – e abbiamo ricominciato a organizzare e viaggiare per scuole e conferenze. È indubbio, comunque, che l'andamento di questi due anni ci ha costretto a sperimentare tecnologie e metodologie nuove e ad accelerare alcuni cambiamenti, che ci auguriamo potranno diventare strutturali nelle scelte dei singoli docenti.
Partendo dalla Scuola, ricordiamo che dal 30 giugno 2022 sono ufficialmente in vigore le nuove norme sulla formazione iniziale e continua dei docenti delle scuole secondarie, che prevedono un sistema di accesso in ruolo basato su: i) un percorso universitario iniziale di 60 CFU; ii) un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale; iii) un periodo di prova annuale con valutazione finale.
Nel Capo VIII della Legge 79, che converte (con modifiche) il Decreto Legge n. 36, vengono illustrate le linee guida della riforma, rimandando a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri i dettagli. La Commissione Didattica della SIF ha sempre partecipato attivamente al dibattito, recentemente tramite un intervento della Consigliera Francesca Monti al Congresso GEO "Professione Insegnante: quali strategie per la formazione?" che si è tenuto presso la CRUI lo scorso maggio, e una lettera inviata alle Commissioni di Camera e Senato che stavano discutendo il testo da portare in approvazione. La Commissione continuerà a prestare attenzione anche nella fase di definizione e di attuazione delle nuove regole.
Per quello che riguarda le riforme che incideranno sulla didattica universitaria, vorrei ricordare alcune questioni, che credo occuperanno molto spazio del dibattito nella comunità e impegneranno anche la nostra Commissione. La stessa Legge 79 interviene su due punti cruciali. Innanzitutto, avvia un intervento di ridefinizione dei nuovi Gruppi Scientifici-Disciplinari, ai quali i "vecchi" SSD devono essere ricondotti. Il lavoro è affidato al CUN, che dovrebbe presentare una proposta entro il 30 settembre. Inoltre, introduce una modifica alla legge che determina i compiti didattici dei docenti universitari, prevedendo che l'obbligo delle 120 ore sia ora riferito non più alla didattica frontale bensì "per lo svolgimento dell'insegnamento nelle varie forme previste", indicate non più dal Ministro dell'Università ma dal Regolamento d'Ateneo.
Infine, deve ancora essere stabilito il percorso di trasformazione della laurea magistrale in Fisica in laurea abilitante per l'esercizio della professione del "Fisico", previa la definizione di un "tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi e il superamento di una prova pratica valutativa", cosi come introdotto dalla meno recente ma altrettanto impattante Legge n. 163 del novembre 2021.
Il paese si sta organizzando per rispondere alle trasformazioni richieste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Università e Istituti di Ricerca stanno lavorando energicamente per rispondere ai bandi del MUR per l'innovazione e la ricerca, ma molto lavoro ci attende anche sul versante della didattica: il nuovo anno sarà intenso.
Concludo, "per poter riderci sopra e per continuare a sperare", con un brano di una famosa canzone di Lucio Dalla:
"Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando".
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