Orso Mario Corbino: un manager della ricerca a via Panisperna

Sono passati cento anni da quando un giovane Enrico Fermi, appena laureato in fisica a Pisa, si presentò, non senza qualche remora, al Direttore del Regio Istituto Fisico di Roma, Orso Mario Corbino. "Conobbi il Senatore Orso Mario Corbino quando tornai a Roma appena laureato, nel 1922" – ricorda Fermi – "Io avevo allora venti anni e il Corbino quarantasei; era Senatore, era stato già ministro della Pubblica Istruzione ed era inoltre universalmente noto come una delle personalità più eminenti nel campo degli studi. Fu perciò con una spiegabile titubanza che mi presentai a Lui; ma la titubanza sparì subito di fronte al modo insieme cordiale e interessante con cui Egli prese a discutere con me dell'argomento dei miei studi".
Corbino aveva immediatamente capito di avere di fronte un "fuoriclasse" e da quel momento iniziò tra di loro un rapporto di stima reciproca e anche di amicizia; non solo, ma da un loro progetto congiunto nacque l'idea di trasformare l'Istituto in un centro di ricerca moderno e al passo coi migliori del mondo.
Non a caso, i giovani fisici che si formarono sotto la guida scientifica di Fermi e che, a partire dalla seconda metà degli anni Venti del Novecento, diventeranno famosi come "i ragazzi di via Panisperna", nel loro slang informale avevano soprannominato Corbino il "padreterno", ben consapevoli che era grazie a lui, se loro potevano liberamente dedicarsi allo studio della fisica più all'avanguardia, mentre il Direttore toglieva loro ogni preoccupazione amministrativa e finanziaria, così come parte del lavoro didattico, tenendo per sé molte di quelle attività e responsabilità. Era Corbino insomma che si preoccupava di trovare cattedre, finanziamenti e borse di studio per soggiorni all'estero.
Benché non fosse un fisico teorico, in virtù della sua formazione, specialmente nel campo della spettroscopia e dell'elettromagnetismo, era in grado di ben comprendere le nuove idee che si stavano affacciando alla fisica del primo Novecento, il loro significato e, soprattutto, tutte le novità che implicavano. A quelle idee, Corbino darà tutto il proprio supporto, istituzionale e finanziario, nonché organizzativo ed editoriale.
Arrivato a Roma dalla Sicilia nel 1909, chiamato sulla cattedra di fisica complementare dal Direttore di allora, Pietro Blaserna, e da Vito Volterra, alla carriera accademica ne affiancò immediatamente una imprenditoriale e una politica, assumendo nel corso del tempo posizioni di sempre maggiore responsabilità. Compariva nei consigli d’amministrazione delle più note industrie e società legate all'industria elettrica mentre, nel 1920, venne nominato Senatore e da quel momento decollò in pieno anche la sua carriera politica: nel 1921 sarà Ministro della Pubblica Istruzione; nel 1923 Ministro dell'Economia Nazionale nel primo governo Mussolini. Posizioni dalle quali egli eserciterà il proprio ruolo di garante nei confronti di quella nuova fisica più all'avanguardia che si stava affacciando al panorama internazionale.
Nel 1929, in occasione della riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, darà voce a uno dei suoi discorsi più noti: "I nuovi compiti della fisica sperimentale", che sarà letto e interpretato come un vero e proprio manifesto della nuova fisica del nucleo che si stava sviluppando, tra le altre prestigiose sedi internazionali, proprio a Roma. Un discorso che, negli anni immediatamente successivi, apparve profetico: i successi del gruppo di via Panisperna nel campo della fisica nucleare portarono difatti la disciplina ai livelli più alti della ricerca internazionale e vennero coronati dal conferimento del Premio Nobel a Fermi nel 1938. Vero e proprio "manager della ricerca", Orso Mario Corbino si impegnò strenuamente per valorizzare e far emergere i giovani talenti impegnati nello studio della fisica; a partire dalla creazione, alla fine del 1926, della prima cattedra di fisica teorica in Italia, quella fisica che, secondo Corbino, doveva essere centrata su argomenti di attualità quali la relatività e, soprattutto, la fisica dei quanti. Cattedra sulla quale salì il giovanissimo Fermi.
Non solo garante e organizzatore, egli ebbe altresì il ruolo di "educatore" in senso lato e di guida, all’interno di un gruppo, quello formato da Fermi, Edoardo Amaldi, Oscar D'Agostino, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti, Emilio Segrè ed Ettore Majorana, che, non a caso, tra loro si chiamavano: i "ragazzi di Corbino".
Per rendere omaggio a Orso Mario Corbino, la SIF pubblica quest'anno, in occasione del 125° anniversario della Società, un'antologia (a cura di chi scrive) dal titolo: "Orso Mario Corbino – Un manager della ricerca all'Istituto Fisico di Roma".
|