De Gasparis, l'astronomo napoletano re degli asteroidi

Da oltre quattro anni prosegue un continuo e attento studio, a volte fortunato, sulla corrispondenza scientifica di Annibale de Gasparis, l'astronomo che ha scoperto nove asteroidi dalla vetta di Capodimonte, offrendo un contributo straordinario alla scienza planetaria di metà Ottocento e rendendo il cielo di Napoli "il prediletto giardino delle asterroidi!".
Dopo la scoperta di Cerere, fatta nel 1801 da Giuseppe Piazzi, nei successivi 47 anni furono individuati soltanto altri otto asteroidi. All'annuncio di un nuovo pianetino scovato il 12 aprile 1849 da Annibale de Gasparis (1819-1892), appena trentenne e precario "ante litteram" dell'Osservatorio di Capodimonte, l’astronomo inglese John Herschel, noto per l'esteso catalogo di stelle multiple e figlio di William che nel 1781 aveva scoperto Urano, fu tra i primi a complimentarsi per la scoperta del giovane collega napoletano, suggerendo di chiamare il nuovo asteroide Parthenope, come la mitica sirena fondatrice della città. Ma tale privilegio era stato dato a Ernesto Capocci, Direttore dell’Osservatorio, suo maestro e amico, che volle chiamare il nuovo pianetino Igea. Tredici mesi dopo, arrivò la scoperta di Parthenope, suscitando ancor più meraviglia nella comunità scientifica per l'attività sistematica di esplorazione celeste intrapresa dall'astronomo di Capodimonte. Herschel gli scrisse una bellissima lettera che gli storici dell'astronomia hanno più volte citato ma che, ritenuta perduta, nessuno aveva potuto consultare, se non i contemporanei dell'astronomo. Questa lettera ora è stata ritrovata nella Sezione Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli, in un piccolo fondo composto da sette missive firmate dai principali protagonisti dell’astronomia e della cultura di metà Ottocento. Oltre alla lettera dell'astronomo della Royal Astronomical Society, ci sono quelle di George Airy, Direttore dell'Osservatorio di Greenwich, di John Russell Hind, astronomo presso l'Osservatorio al Regent's Park di Londra, del poliedrico scienziato francese François Arago e dell'astronomo belga Adolphe Quetelet. Inoltre, ci sono le lettere dello scienziato ed esploratore tedesco Alexander von Humboldt e del Kaiser Federico Guglielmo IV di Prussia, che lo crea cavaliere dell'Ordine Reale dell'Aquila rossa.
Nella sua lettera, Herschel si congratula con de Gasparis per la scoperta di Parthenope e gli augura di scovare presto un altro pianetino per potersi cingere il capo di una "tripla corona planetaria", diventando così il primo astronomo ad aver scoperto tre asteroidi. Sei mesi dopo de Gasparis scoprì Egeria, così battezzato da Urbain Le Verrier, i cui studi avevano permesso di scoprire Nettuno nel 1846.
Nel lavoro di ricomposizione virtuale della corrispondenza di de Gasparis sono state catalogate e fotografate oltre 500 lettere scambiate con i più importanti scienziati di metà Ottocento. La ritrovata lettera di Herschel, in particolare, testimonia il primo riconoscimento al lavoro dell'astronomo di Capodimonte e segna un importante risultato nella ricostruzione storica dell'attiva scientifica del principale scopritore di asteroidi dell'Ottocento. La lunga serie di scoperte gli valse anche la medaglia d'oro della Royal Astronomical Society di Londra, la nomina a Senatore d’Italia e il Prix Lalande, il più alto encomio per l'astronomia dell’Accademia delle Scienze di Parigi: de Gasparis è stato l'unico scienziato ad aver ricevuto per cinque anni consecutivi tale premio per la sua consuetudine "ad appuntare in alto lo sguardo e l'intelletto".
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