Successo virale per la diretta del terzo Run di LHC

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 P. Catapano    30-09-2022     Leggi in PDF

"Okay, we are good to GO! ATLAS OK for you? ALICE? CMS, OK?, LHCb, you OK?"

Sono le 16.40 del 5 luglio scorso quando Daniele Mirarchi, il più giovane degli "Engineers in Charge", tradotto come "operatore in carica", in turno ai comandi di LHC, procede con la fase detta della "stretta di mano" (handshake in inglese) con i colleghi nelle sale di controllo dei quattro principali esperimenti di LHC. La risposta arriva entusiasta in un inglese dai più svariati accenti, che trasmettono genuino entusiasmo e un pizzico di trepidazione. Dopo tre anni di considerevoli migliorie a acceleratore, rivelatori e infrastruttura informatica, i loro esperimenti stanno per ricevere collisioni all’energia mai raggiunta di 13,6 TeV, tra fasci di protoni più intensi e con un tasso di collisione decisamente superiore ai primi due "run". Non è la prima volta che lo "start up" dell'acceleratore più potente al mondo avviene in diretta mondiale, con le telecamere puntate sugli operatori. Nel 2008, 300 giornalisti televisivi avevano affollato la sala di controllo degli acceleratori del CERN per catturare il momento dello "start up" dell’esperimento scientifico più grande e complesso mai realizzato, raggiungendo oltre un miliardo di persone in diretta web, 2500 telegiornali in "prime time" e 6000 articoli sulla stampa. La caccia ai segreti dell'origine dell'Universo e i superlativi tecnologici del gigantesco collider facevano sicuramente parte della narrativa giornalistica del momento, alimentata dalla campagna di comunicazione avviata già da qualche anno per accompagnare le diverse "milestones" dell'ambizioso progetto. Ma il vero fattore che aveva scatenato allora l'interesse planetario dei media televisivi per un evento, dopotutto molto meno spettacolare del lancio di uno Space Shuttle, è tra i più bizzarri della storia della comunicazione: la fine del mondo a causa di un buco nero, che avrebbe inghiottito l'intero pianeta.

Il 5 luglio, come nel 2008, la prima collisione del "RUN 3" di LHC viene accolta da uno scroscio di applausi in tutte le sale di controllo collegate tra loro e la diretta, commentata in cinque lingue e trasmessa via satellite Eurovisione e su tutte le piattaforme social, batte ancora una volta ogni precedente record di successo nei media. 4,732,869 spettatori sui canali YouTube combinati (compreso quello di Reuters, che ha ritrasmesso l'intera diretta in inglese), di cui 75,737 simultanei (rispetto a una media di 300 durante le dirette regolari); 6897 articoli sulla stampa internazionale; 8300 utilizzi dell'hashtag "LHCRUN3", in tendenza ("trending") in Francia, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti; 2,3 milioni di likes, 131.000 nuovi followers sulle varie piattaforme social, 52800 visionamenti su Instagram.

A 14 anni dal primo "start up", l'avventura scientifica e umana di LHC continua a mietere successi inauditi, questa volta anche senza la spinta di predizioni apocalittiche. La dedizione degli scienziati, la loro passione genuina, le sfide tecnologiche, l’incognita della diretta, la professionalità della produzione, con visual spettacolari e una narrativa chiara e d’impatto, e non ultima la collaborazione con i dipartimenti comunicazione degli istituti nazionali (INFN primo tra tutti) sono i principali fattori di questo successo, forse esacerbato dall'attuale rarità di buone notizie. Oggi, la sfida per la comunicazione di questa scienza è mantenere alto il livello di interesse di media e pubblico in assenza di obiettivi scientifici tangibili e accattivanti come la caccia alla "particella di Dio" e l'inevitabilità di costi diversi ordini di grandezza superiori che sarà necessario mobilitare per assicurare un successore al Large Hadron Collider.


Link alle dirette: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo

Paola Catapano – Divulgatrice con Master in Giornalismo Scientifico presso la SISSA, è attualmente responsabile dei contenuti editoriali per la comunicazione al CERN di Ginevra. Autrice, produttrice e conduttrice di documentari di divulgazione scientifica per la RAI, ha ideato e condotto spedizioni scientifiche avventurose coinvolgendo bambini e giovani studenti, come MiniDarwin e Polarquest2018. Ha scritto "Il Lungo Viaggio delle Onde Gravitazionali" per Textus edizioni.