Materiale extraterrestre dall'asteroide Bennu

Ogni giorno entrano in contatto con l'atmosfera circa 100 tonnellate di materiale extraterrestre, che va incontro a un’esperienza "bruciante" a causa dell'attrito che lo surriscalda. Il 24 settembre, alla dose giornaliera che giunge sulla Terra naturalmente, si è aggiunta una consegna speciale: nel Department of Defense's Utah Test and Training Range, che occupa una vasta porzione del deserto salato poco lontano da Salt Lake City, è arrivata la capsula sigillata contenente circa 250 g di campioni dell’asteroide Bennu raccolti dalla missione Osiris Rex (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, and Security–Regolith Explorer) della NASA.
I campioni sono stati raccolti il 20 ottobre 2020 con una manovra denominata TAG (Touch And Go) dopo che la sonda, arrivata sull'asteroide nel dicembre 2018, aveva mappato accuratamente la superficie del corpo celeste per scegliere il luogo più adatto. Trovare una regione ragionevolmente pianeggiante non è stato un compito facile perché Bennu, che misura 565 m × 535 m × 508 m, ha una superficie molto accidentata.
Come si vede nel filmato, il braccio robotico della sonda si è avvicinato fino a toccare la superficie dell'asteroide usando un getto di azoto per muovere e fare sollevare del materiale in modo da permetterne la raccolta. Bennu ha dimostrato di essere molto poco coeso e il getto di gas ha smosso molto materiale, garantendo una raccolta abbondante di campioni che sono stati sigillati nella capsula che li avrebbe riportati a Terra. Per stare sul sicuro, la NASA ha deciso di utilizzare una copia della capsula che nel gennaio 2006 aveva riportato a Terra i campioni di polvere della cometa Wild2 catturati dalla sonda Stardust.
Quello era stato il primo atterraggio riuscito nel deserto salato dello Utah dopo il mezzo fallimento di due anni prima, quando il paracadute della capsula contenente campioni del vento solare, raccolti dalla sonda Genesis, non si era aperto e l'impatto con il suolo aveva esposto alla contaminazione terrestre il prezioso materiale.
Questa volta la capsula è arrivata intatta. È stata trasportata al Johnson Space Center di Houston, dove c'è un edificio dedicato alla conservazione dei campioni extraterrestri. Qui sono custoditi, ancora sigillati, buona parte dei campioni lunari raccolti dagli astronauti delle missioni Apollo, e qui verranno conservati i campioni di Bennu. Un quarto del materiale raccolto sarà distribuito in giro per il mondo agli scienziati che hanno chiesto di analizzarlo, mentre il resto verrà conservato per future analisi. L’apertura della capsula ha riservato una piacevole sorpresa perché è stato trovato materiale anche al di fuori del contenitore. Evidentemente la polvere di Bennu si era infiltrata nella capsula e una prima analisi ha mostrato che contiene carbonio e composti idrati, cioè acqua.
Bennu è il terzo asteroide a essere stato campionato. Nel 2010 e 2020 le missioni giapponesi Hayabusa 1 e 2 hanno riportato pizzichi di materiale raccolto dagli asteroidi Itokawa e Ryugu. Adesso sarà possibile fare dei confronti.
Lo studio degli asteroidi è un campo in grande fermento e la NASA ha due missioni in volo. Lucy è in viaggio verso gli asteroidi che orbitano vicino a Giove e il 13 ottobre è stata lanciata la sonda Psyche verso l'asteroide 16Psyche, particolarmente interessante perché metallico.
Abbiamo molto da imparare da questi corpi che sono identici a come erano 4,5 miliardi di anni fa, quando si formava il sistema solare.
Patrizia Caraveo – Dirigente di Ricerca all'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). I suoi studi sulle stelle di neutroni sono stati riconosciuti, nel 2009, con il Premio Nazionale Presidente della Repubblica e, nel 2021, il premio Enrico Fermi della SIF. Nel 2014 è entrata nella lista degli Highly Cited Researchers. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e del Progetto 100 donne contro gli stereotipi. È Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.