La SIF e i giovani fisici

La digitalizzazione delle informazioni e la possibilità di condividerle velocemente sono solo due delle tante novità che l'era Internet ha portato nelle nostre vite. L'impatto che questi due strumenti hanno avuto sulla formazione dei giovani fisici è notevole. Basti pensare che con le librerie digitali gli articoli sono facilmente reperibili, mentre 25 anni fa la possibilità di avere accesso a un lavoro scientifico dipendeva dalla sua reperibilità su scala locale. Questa possibilità di ottenere facilmente e velocemente informazioni scientifiche sulla rete sfama spesso il desiderio e la curiosità di conoscenza. Contemporaneamente la possibilità di condividere attraverso i social la conoscenza anticipa di parecchio quel momento della carriera di un fisico in cui si inizia a stabilire un proprio network scientifico.
Queste sono forse le due più grandi differenze che distinguono la prossima generazione di fisici dalla sua precedente. Pur riconoscendo tutti i vantaggi che nascono da questa rivoluzione, bisogna gestire con cautela le potenzialità della digitalizzazione dell'informazione e della sua veloce condivisione nella fase dell'apprendimento e della crescita professionale di un giovane fisico. La conoscenza prêt-à-porter della rete e la possibilità di assimilarla velocemente, e la possibilità di assimilarla velocemente stanno modificando la conoscenza da "slow food" a "fast food" anche in ambito scientifico. L'assenza di selettività nella possibilità di crearsi una propria rete, per quanto aumenti l'interazione tra gli individui, abbassa spesso la qualità dello scambio.
In questo panorama le società e associazioni a fini culturali, come la Società Italiana di Fisica, hanno un ulteriore compito oltre a quello di divulgare e promuovere la fisica, ovvero il compito di assistere la crescita dei giovani fisici mettendo a loro disposizione un habitat "certificato" in cui la conoscenza e gli individui con cui condividerla siano stati i qualche modo riconosciuti.
Negli ultimi anni la SIF sta ricoprendo anche questo ruolo. In primis con il progetto dei Soci Invitati, ovvero laureati della triennale che vengono invitati a far parte della Società gratuitamente nei due anni di magistrale. Questi ultimi sono gli anni più delicati della crescita di un fisico, in cui si vanno delineando gli interessi verso una specifica branca della fisica, e la SIF può garantire loro una panoramica molto più ampia di quella che ci si può costruire nell'ambito dell'ateneo. A questo si aggiunge il progetto Young Minds della Società Europea di Fisica, che promuove la creazione di una rete nazionale e internazionale di giovani fisici che sono invogliati a occuparsi non solo di ricerca scientifica, ma anche della sua divulgazione.
Per concludere questa veloce analisi sul ruolo della SIF per i giovani fisici, vorrei condividere con i lettori uno spunto di riflessione. In una professione come la nostra, che non ha ancora un chiaro riconoscimento (quanti dei vostri conoscenti hanno veramente capito che lavoro fate?), il bisogno di appartenenza a una Società che ne promuova i valori e la qualità è già forte. La perdita di identità chiare fino alla generazione precedente, come la famiglia, il lavoro, il luogo dove si vive, l'ateneo in cui si è studiato, quanto sono responsabili di questo bisogno di appartenenza e di identificazione?