I Fisici Senatori dal 1861 al 1943
Il progetto "I Fisici Senatori dal 1861 al 1943", nato più di un anno fa da una collaborazione tra la SIF, l'
Fascicolo del progetto di legge per cui "S.M. il re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di Re d'Italia", n. 1/1861, conservato in ASSR (Archivio storico del Senato della Repubblica), Progetti di legge, b. 12, 1861-1863 di cui è stato relatore il fisico senatore Carlo Matteucci.
Sulla base di una prima analisi della documentazione messa a disposizione dall'Archivio Storico del Senato, quali atti parlamentari, fascicoli dei disegni di legge e fascicoli personali, risulta che in questo periodo una ventina tra fisici e astronomi furono nominati senatori a vita, e vi furono anni (come intorno al 1910) nei quali ne sedevano contemporaneamente in Senato anche otto. Ben tre fisici senatori furono Ministri di vari Dicasteri (Pubblica Istruzione, Economia Nazionale, Marina).
I fisici senatori appartenevano a due categorie significative, sulle 21 previste dallo Statuto Albertino: o erano "membri della Regia Accademia delle Scienze dopo sette anni di nomina", oppure erano persone che "con servizi o meriti eminenti" avevano "illustrata la Patria". Un altro tratto distintivo dei fisici senatori era quello dell'età. Essi furono nominati relativamente giovani e quindi, in generale, stettero a lungo in Senato (ad esempio Volterra 35 anni, De Gasparis 31, Blaserna 28, Marconi 23, Corbino 17).
La storia delle nostre Istituzioni, sin dalla loro origine, è spesso intrecciata all'azione di questi fisici senatori. Matteucci ne è un esempio rappresentativo. Nominato da pochi mesi Senatore del Regno di Sardegna, nel 1861 è relatore del celeberrimo progetto di legge, "per cui S.M. il Re Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d'Italia", e che segna la nascita del Regno d'Italia.
Dalla lettura degli atti parlamentari e documenti online dell'Archivio Storico del Senato scopriamo che i nostri fisici senatori si interessarono di un ampio spettro di problemi. Dalla campagna di alfabetizzazione della popolazione italiana (iniziata da Plana nel 1858 e conclusa da Corbino nel 1921 con la creazione dell'Istituto per l'Analfabetismo) alla riforma della Scuola e dell'Università; dalla costruzione delle prime linee telegrafiche all'impianto di stazioni radiotelegrafiche in grado di comunicare con l'America Latina; dall'istituzione di un servizio aereo postale tra il continente e la Sardegna (Righi) ai provvedimenti a favore della pesca e dei pescatori (Volterra); dal processo di elettrificazione delle ferrovie italiane (Mengarini) a quello della derivazione delle acque pubbliche per la produzione di energia elettrica a livello nazionale (Mengarini e Corbino); dal riordinamento del Regio Esercito (Blaserna) alla riorganizzazione della Regia Marina (Leonardi Cattolica); dalla modifica del monopolio del tabacco (Blaserna) ai "provvedimenti per la ricerca e l’utilizzazione delle sostanze radioattive" (Volterra).
Insomma, nel periodo del Regno d'Italia i fisici furono una presenza significativa nell'aula del Senato, sia numericamente e sia per la quantità e qualità della loro attività parlamentare. Una presenza che giustifica senz'altro la necessità di ricostruire la loro azione e il loro impatto, all'interno delle istituzioni italiane, anche alla luce dell'attuale processo di riforma della "Camera Alta" del nostro Paese.