I Fisici Senatori dal 1861 al 1943

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 M. Leone, N. Robotti    20-02-2015     Leggi in PDF

Il progetto "I Fisici Senatori dal 1861 al 1943", nato più di un anno fa da una collaborazione tra la SIF, l'Archivio Storico del Senato e il Centro Fermi, si propone di ricostruire il contributo dato alla storia politica del Paese dai fisici che furono nominati senatori a vita dal Re nel periodo che va dalla proclamazione dell'Unità d’Italia (1861) alla caduta del regime fascista (1943).

I Fisici Senatori dal 1861 al 1943

Fascicolo del progetto di legge per cui "S.M. il re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di Re d'Italia", n. 1/1861, conservato in ASSR (Archivio storico del Senato della Repubblica), Progetti di legge, b. 12, 1861-1863 di cui è stato relatore il fisico senatore Carlo Matteucci.

Sulla base di una prima analisi della documentazione messa a disposizione dall'Archivio Storico del Senato, quali atti parlamentari, fascicoli dei disegni di legge e fascicoli personali, risulta che in questo periodo una ventina tra fisici e astronomi furono nominati senatori a vita, e vi furono anni (come intorno al 1910) nei quali ne sedevano contemporaneamente in Senato anche otto. Ben tre fisici senatori furono Ministri di vari Dicasteri (Pubblica Istruzione, Economia Nazionale, Marina).

I fisici senatori appartenevano a due categorie significative, sulle 21 previste dallo Statuto Albertino: o erano "membri della Regia Accademia delle Scienze dopo sette anni di nomina", oppure erano persone che "con servizi o meriti eminenti" avevano "illustrata la Patria". Un altro tratto distintivo dei fisici senatori era quello dell'età. Essi furono nominati relativamente giovani e quindi, in generale, stettero a lungo in Senato (ad esempio Volterra 35 anni, De Gasparis 31, Blaserna 28, Marconi 23, Corbino 17).

La storia delle nostre Istituzioni, sin dalla loro origine, è spesso intrecciata all'azione di questi fisici senatori. Matteucci ne è un esempio rappresentativo. Nominato da pochi mesi Senatore del Regno di Sardegna, nel 1861 è relatore del celeberrimo progetto di legge, "per cui S.M. il Re Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d'Italia", e che segna la nascita del Regno d'Italia.

Dalla lettura degli atti parlamentari e documenti online dell'Archivio Storico del Senato scopriamo che i nostri fisici senatori si interessarono di un ampio spettro di problemi. Dalla campagna di alfabetizzazione della popolazione italiana (iniziata da Plana nel 1858 e conclusa da Corbino nel 1921 con la creazione dell'Istituto per l'Analfabetismo) alla riforma della Scuola e dell'Università; dalla costruzione delle prime linee telegrafiche all'impianto di stazioni radiotelegrafiche in grado di comunicare con l'America Latina; dall'istituzione di un servizio aereo postale tra il continente e la Sardegna (Righi) ai provvedimenti a favore della pesca e dei pescatori (Volterra); dal processo di elettrificazione delle ferrovie italiane (Mengarini) a quello della derivazione delle acque pubbliche per la produzione di energia elettrica a livello nazionale (Mengarini e Corbino); dal riordinamento del Regio Esercito (Blaserna) alla riorganizzazione della Regia Marina (Leonardi Cattolica); dalla modifica del monopolio del tabacco (Blaserna) ai "provvedimenti per la ricerca e l’utilizzazione delle sostanze radioattive" (Volterra).

Insomma, nel periodo del Regno d'Italia i fisici furono una presenza significativa nell'aula del Senato, sia numericamente e sia per la quantità e qualità della loro attività parlamentare. Una presenza che giustifica senz'altro la necessità di ricostruire la loro azione e il loro impatto, all'interno delle istituzioni italiane, anche alla luce dell'attuale processo di riforma della "Camera Alta" del nostro Paese.