La Buona Scuola e i Buoni Insegnanti

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 I. Rabuffo    25-06-2015     Leggi in PDF

Il disegno di legge (ddl) sulla Buona Scuola, attualmente in discussione al Senato, contiene al capo VII, art. 22 una proposta per la formazione degli insegnanti. Certamente la delicata e complessa questione viene affrontata in modo completo: si parla, infatti, della formazione iniziale ma anche di quella in itinere e perfino dell'ingresso nel mondo del lavoro.

Senza entrare nel merito di tutto il percorso proposto dal ddl, la Commissione Didattica Permanente (CDP) vuole porre particolare attenzione sul fatto che tale percorso non affronta in modo efficace il problema della competenza disciplinare, che dovrebbe necessariamente essere il patrimonio di un insegnante.

Attualmente il ddl prevede tra i requisiti per l'accesso al concorso nazionale un limite minimo di trentasei crediti formativi universitari (CFU) nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e in quelle concernenti le metodologie e le tecnologie didattiche. Non c'è quindi un esplicito riferimento, per quel che riguarda l'accesso, né alla didattica disciplinare né all'acquisizione di CFU disciplinari puri nella materia che si intende insegnare. Pur essendo previsto il riordino delle classi di concorso e delle classi delle Lauree Magistrali per assicurarne la reciproca coerenza, in attesa che ciò avvenga si potrebbe continuare a verificare il caso (tristemente noto) in cui un laureato potrebbe essere chiamato a insegnare una disciplina di cui ha acquisito, durante la sua preparazione universitaria, al massimo 6 CFU. Certamente una tale circostanza non produrrebbe "Buoni Insegnanti" per una "Buona Scuola". Una soluzione di facile attuazione in attesa della revisione delle classi sarebbe quella di prevedere che, durante il corso di Laurea Magistrale o anche durante il primo anno di contratto, fosse obbligatoria l'acquisizione di un numero minimo di CFU nelle discipline che si potranno insegnare nella classe di concorso di cui si è vincitori. Questo assicurerebbe la coerenza e l'adeguatezza tra la preparazione universitaria e le discipline di cui si avrà la responsabilità di insegnamento nella scuola.

Non è chiaro se questo provvedimento sostituisca la legge sulle Lauree Magistrali. Tuttavia, come Presidente della CDP, sento di concludere questo breve articolo con la considerazione recentemente espressa dal Consiglio Universitario Nazionale (CUN) in occasione dell'audizione presso le commissioni riunite 7a del Senato e VII della Camera: “Bisogna garantire regolarità al sistema di formazione e assunzione degli insegnanti per assicurare al Paese una classe insegnante valida e rispettata, ricordando sempre che il mestiere dell'insegnante è uno dei mestieri in assoluto più importante per una società che guarda al futuro e che vuol dare reali possibilità di crescita ai propri figli.”