Le nuove classi di concorso: intervento di UMI e SIF

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 S. De Pasquale, I. Rabuffo    26-10-2015     Leggi in PDF

Il programma del governo per ristrutturare il percorso di formazione degli insegnanti va avanti e, il 31 luglio 2015, il Consiglio dei Ministri ha approvato un regolamento riguardante la proposizione di nuove classi di concorso per l'insegnamento. Tale regolamento è una tessera importante di un disegno più grande per riformare il sistema nazionale d’istruzione, che prevede, parallelamente alla revisione delle classi di concorso, un sistema regolare di concorsi nazionali per l’assunzione con contratto retribuito a tempo determinato di durata triennale di formazione e apprendistato professionale.

Questi erano i contenuti della "buona scuola" del Governo Renzi. Si trattava di un documento introduttivo, con una buona visione su problemi ancora aperti e con un'enfasi particolare sulla composizione e il reclutamento del corpo docente. Non c'è alcun dubbio che ridisegnare bene la scuola è l'unico giusto punto di partenza, dal punto di vista sociale e dal punto di vista politico, per uscire dal degrado e ottenere un vero sviluppo, una svolta significativa. Tuttavia, si deve tenere alta l’attenzione sui decreti e regolamenti che dovrebbero definire le nuove norme, perché da questi dipende l’efficacia dell’azione di riforma della scuola. La proposta di revisione delle classi è uno dei momenti che richiede particolare riflessione e, se necessario, impegno a correggere il tiro.

Purtroppo ancora una volta è accaduto che, per individuare la soluzione ad alcuni problemi, si finisca per introdurne altri più gravi. Infatti il regolamento del 31 luglio ha suscitato proteste da parte del corpo insegnante e dei docenti universitari, anch’essi in parte coinvolti nel problema della formazione dei futuri insegnanti. In riferimento alle classi che riguardano l’insegnamento della Fisica e quello della Matematica, si nota che nella proposta di riforma delle classi non c’è rispetto delle competenze disciplinari, e non ci sono garanzie di competenza e qualità del futuro insegnante. La questione ha coinvolto profondamente le Società Scientifiche, che durante l’estate hanno avviato discussioni e scambi di idee su come procedere per arginare possibili azioni dannose. Infine, nella seconda metà di settembre, la Commissione Scientifica dell'Unione Matematica Italiana (UMI) e la Società Italiana di Fisica (SIF), sentite la Commissione Italiana per l'Insegnamento della Matematica (CIIM) e la Commissione Didattica Permanente della SIF (CDP), hanno elaborato in proposito un documento che è stato sottoposto all'attenzione del MIUR. Il documento evidenzia l'importanza di ridurre l'elenco delle classi di concorso, chiede maggiore cura nell'esame dei titoli di accesso e auspica che tali titoli vengano attentamente rivisti a seguito di una vera collaborazione tra Ministero e Società Scientifiche. Inoltre, per quanto riguarda i professori già abilitati, nella nostra istanza comune si suggerisce una soluzione flessibile che permetta a ogni singolo istituto scolastico di assegnare classi e materie ai professori in organico, tenendo conto delle abilitazioni possedute da ciascuno e valorizzando l’autonomia della scuola, senza rigidità: per esempio dovrebbe essere consentito ad un abilitato nella classe A-20 (Fisica) o nella classe A-26 (Matematica) di insegnare in un Liceo.

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