Indagini su mummie e sarcofagi all'Università di Messina

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 S. Longo, D. Mallamace    22-12-2017     Leggi in PDF

Negli anni recenti l'uso delle metodologie fisiche sui beni culturali si è sviluppato con un crescendo di applicazioni e interessi. Le loro peculiari caratteristiche consistono nella non invasività e nella capacità di fornire dati quantitativi.

Un esempio sono le tecniche di "imaging", quali la risonanza magnetica nucleare (NMR), che godendo di tali peculiarità sono considerate tecnologie di riferimento sia nella scienza dei materiali sia nella diagnostica medica.

In questo contesto l'Università di Messina si è proposta come un punto di aggregazione, non solo nazionale, per lo studio, con queste tecniche e con la strumentazione ad alta risoluzione disponibile in alcuni dipartimenti dell'Ateneo, di manufatti storico artistici (carta antica, dipinti, porcellane, etc.). Lo scopo è di studiare sia le proprietà strutturali e dinamiche sia lo stato di conservazione (aging) dei materiali a mezzo delle tecniche di rilassamento e di immagine. Collaborano a questa iniziativa dell'Università di Messina altri atenei italiani (Roma La Sapienza, Firenze, Roma Tor Vergata) e stranieri (Cracovia e Barcellona), enti quali ENEA e CNR (ISC-Istituto Sistemi Complessi di Roma e IPCF-Istituto per i Processi Chimico Fisici di Messina) e il Centro Nazionale CSGI-Firenze, e strutture straniere quali il MIT (Cambrige, USA) e i laboratori ISIS di Oxford e NIST di Gaithersburg (USA), in particolare per l'imaging tramite spettroscopia di neutroni.

In questo contesto è stata proposta, in "venture" con i Musei Vaticani, un'esperienza unica: lo studio tramite la tomografia computerizzata (TC) di mummie e sarcofagi egizi. La particolarità di questi studi realizzati a Messina è che per la prima volta l'attenzione principale è rivolta al sarcofago (la sua manifattura e le sue caratteristiche) piuttosto che alla mummia al suo interno. Tutto questo facendo riferimento alle esperienze acquisite, presso il reparto di Neuroradiologia del Policlinico Universitario di Messina, da molteplici studi con TC su reperti archeologici (resti umani di necropoli siciliane e del Palatino) e manufatti di interesse storico-artistico (statue votive).

La ricerca svolta ha riguardato l'applicazione della TC per sviluppare una metodologia di analisi dei diversi materiali costituenti il "bene culturale", onde studiarne le proprietà e le tecniche artistiche di realizzazione (fondamentali per capirne non solo la valenza artistico-culturale e lo stato di conservazione) e discriminare i falsi. Questo purtroppo è accaduto per due mummie di bambine, aprendo un nuovo capitolo sullo studio delle mummie false di manifattura ottocentesca.

La metodologia sviluppata con questi studi ha permesso lo studio approfondito, in maniera totalmente non invasiva, di due sarcofagi egizi dei Musei Vaticani appartenenti al Terzo Periodo Intermedio. In particolare, si sono sfruttati i coefficenti di attenuazione caratteristici di ogni materiale per discriminare la loro stratigrafia: virtualmente l'oggetto è stato analizzato come un insieme di pellicole sovrapposte, ottenendo una comprensione approfondita ed esaustiva su tutti gli aspetti storico-artistici e "tecnologici" dei manufatti.

Va comunque sottolineato che tali studi su reperti archeo-antropologici, coniugati con gli altri studi sui beni culturali in corso presso l’Università di Messina (NMR, spettroscopia laser e neutronica) e le collaborazioni con altre strutture nazionali e internazionali rappresentano una valida palestra di formazione (la partecipazione giovanile è elevata nei numeri e nella qualità) ed è fortemente supportata dall’Ateneo peloritano come una eccellenza di sicuro avvenire.