Large Hadron Collider Physics 2018 a Bologna

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 P. Antonioli    31-05-2018     Leggi in PDF

A Bologna, dal 4 al 9 giugno 2018, si svolgerà LHCP2018, la Sesta Conferenza Internazionale dedicata alla fisica del Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra. Dopo Barcellona, New York, San Pietroburgo, Lund e Shanghai, Bologna ospita quindi una delle più importanti conferenze annuali del settore: circa 400 fisici da tutto il mondo discuteranno dei più recenti risultati riguardanti la fisica delle particelle. La conferenza è organizzata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Università di Bologna e il CERN, con il patrocinio della Società Italiana di Fisica e del Comune di Bologna.

Le conferenze “LHCP” hanno preso il via nel 2013 dalla fusione – di successo – di due precedenti conferenze internazionali: “Physics at Large Hadron Collider” e “Hadron Collider Physics Symposium”. Anche quest’anno il programma offrirà una dettagliata disamina degli ultimi risultati sperimentali e teorici ottenuti a partire dai dati raccolti al Run 2 di LHC (iniziato nel 2015, e che si concluderà alla fine del 2018). Il principale obiettivo della conferenza è quello di offrire uno spazio di intenso dibattito e confronto tra fisici sperimentali e teorici in aree di ricerca quali la fisica del Modello Standard e oltre, il bosone di Higgs, la ricerca della supersimmetria, la fisica dei sapori pesanti e lo studio della QCD attraverso le collisioni di ioni relativistici. Più di una sessione sarà inoltre dedicata alla discussione di future infrastrutture di ricerca per acceleratori e ai programmi di upgrade per LHC. Sono previste 12 sessioni plenarie e ben 9 sessioni parallele tematiche, articolate su un programma di 6 giorni.

Con la presa dati del Run 2 di LHC quasi ultimata, la conferenza LHCP2018 si preannuncia molto interessante ed è anche motivo di vanto per l’Italia. Dal programma traspare il ruolo che il nostro Paese ha saputo costruirsi in questo settore. Gli aggiornamenti generali dai quattro esperimenti principali (ALICE, ATLAS, CMS e LHCb) saranno presentati da tre scienziati italiani su quattro, per effetto del fatto che attualmente due sono gli italiani alla guida di esperimenti LHC, e un terzo prenderà le redini di CMS a partire da settembre. In generale, come si può osservare sempre scorrendo il programma, forte è la presenza di ricercatori italiani nella fisica delle alte energie, sempre più connessa con altri campi di ricerca, quali la ricerca di Materia Oscura e lo studio delle onde gravitazionali. A questo riguardo e significativamente, uno dei keynote talks nella giornata conclusiva è stato assegnato a Marica Branchesi, del Gran Sasso Science Institute (GSSI), che parlerà di onde gravitazionali e astrofisica multi-messenger.

Con LHC che si avvicina ai suoi primi dieci anni di attività e in assenza – per ora – di segnali forti di fenomeni oltre il Modello Standard da LHC, la fisica delle particelle è ora anche chiamata a riflettere sul suo futuro. Di particolare interesse sarà dunque una delle relazioni di apertura, del direttore della ricerca del CERN, Eckhard Elsen, che parlerà del processo di preparazione della nuova strategia europea per la fisica delle particelle, che si prevede sia approvata nel 2020 dal CERN Council.