La fisica italiana nell'Artide compie 90 anni

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 L. Gariboldi    31-07-2018     Leggi in PDF
Credits: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano.

Il 23 maggio 2018 il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano (MNST) ha ospitato l'evento "La spedizione del dirigibile Italia e la ricerca scientifica in Artico", organizzato dal MNST, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), e dall'Università degli Studi di Milano (UniMi).

Gli interventi dei relatori, moderati da Paola Catapano del gruppo comunicazione del CERN e capo progetto di Polarquest 2018, sono stati preceduti dai saluti istituzionali (Fiorenzo Galli, Direttore del MNST; Massimo Inguscio, Presidente del CNR; Gianluca Vago, Rettore di UniMi) che hanno introdotto i tre temi (museo, passato, presente-futuro) collegati alla spedizione scientifica in Artide a bordo del dirigibile Italia guidata da Umberto Nobile nel 1928.

La relazione museologica di Marco Iezzi (MNST) sulla Tenda Rossa ha trattato le ricerche condotte ai fini della futura esposizione del reperto più noto sopravvissuto all'incidente del dirigibile Italia (un altro importante oggetto, la radio d’emergenza, è conservato al Museo Navale della Spezia). La narrazione del recupero dei superstiti è entrata nell’immaginario collettivo italiano in forma epica legandosi alle polemiche sulle responsabilità della fine disastrosa della spedizione, contribuendo così a "far dimenticare" il contesto tecnico-scientifico, sociale e politico dell’epoca che dovrà essere restituito ai visitatori del Museo una volta conclusi i lavori di restauro della Tenda Rossa.

Sugli aspetti scientifici in preparazione della spedizione, in particolare il ruolo di Aldo Pontremoli, si è concentrato Leonardo Gariboldi (UniMi). Organizzatore, insieme a Luigi Palazzo, delle ricerche scientifiche da condurre durante la spedizione, Pontremoli progettò, costruì e testò in camere frigorifere alcuni strumenti che ponevano stringenti richieste in quanto a peso, dimensioni, resistenza meccanica e operatività alle basse temperature. A lui si unirono il meteorologo Finn Malmgren e il radiologo František Běhounek in un programma di ricerche che comprendeva gravimetria, magnetismo terrestre, elettricità e radioattività atmosferica, raggi cosmici, meteorologia, propagazione delle onde radio, oceanografia.

Venendo alla ricerca scientifica presente e futura condotta dai fisici italiani nell’Artide, Stefano Aliani (CNR) ha descritto la storia della base italiana "Dirigibile Italia" del CNR, le principali ricerche ivi condotte di fisica e altre discipline, evidenziando le caratteristiche che rendono l'ambiente artico privilegiato per lo studio di alcuni fenomeni come l’amplificazione polare nel contesto del cambiamento climatico. Un collegamento via skype con la base Dirigibile Italia ha permesso di far interagire il pubblico presente con alcuni ricercatori del CNR.

Anche le scuole possono essere coinvolte nelle ricerche scientifiche nell'Artide, come descritto da Marcello Abbrescia (Università degli Studi di Bari e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi) nella presentazione del progetto EEE (Extreme Energy Events) che prevede la costruzione di rivelatori, l'installazione e la presa dati da parte di studenti di scuole italiane, norvegesi e svizzere per lo studio dei raggi cosmici su un’estensione spaziale che supera i 40° in latitudine. Uno dei rivelatori sarà imbarcato su Nanuq, la barca a vela da spedizione della missione Polarquest 2018 (descritta da Peter Gallinelli) che ospiterà un gruppo di scienziati diretti dalla Groenlandia alle Svalbard per ricerche ambientali nell’Artide ma anche per tentare di ritrovare i resti del dirigibile Italia, unendo nuovamente il futuro della fisica italiana al suo passato.