Notte Europea dei Ricercatori

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 T. Chiarusi, C. Patrignani    30-10-2018     Leggi in PDF

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Studenti dei licei bolognesi posano orgogliosi accanto uno dei rivelatori per raggi cosmici che hanno costruito nell’ambito del progetto EEE. Foto di Anselmo Margotti.

Sta diventando ormai una tradizione: anche quest'anno l'ultimo venerdì di settembre si è svolta la Notte Europea dei Ricercatori (ERN). Sono state più di 340 le città europee, 116 quelle italiane, che il 28 settembre 2018 hanno ospitato eventi e iniziative proposte da ricercatori nei più diversi settori della conoscenza.

La ERN, promossa e finanziata dalla Commissione Europea, non è solo un'occasione per diffondere la cultura scientifica e la consapevolezza dell'importanza della ricerca per il nostro futuro: è anche e soprattutto una festa della curiosità, che permette a cittadini e ricercatori di conoscersi in modo informale e divertente, di riscoprire la voglia di porsi delle domande sul mondo che ci circonda e il gusto di imparare qualcosa di nuovo. Una festa che vuole celebrare e alimentare l'entusiasmo e la passione per il mestiere della ricerca.

In una festa del genere non può ovviamente mancare la fisica, che è stata presente fin dalle prime edizioni con moltissime attività grazie ai numerosi contributi delle sezioni dell’istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e delle Università italiane. Lo spirito che accomuna i ricercatori è lo stesso ovunque, ma in ogni città la ERN ha sapori e colori diversi.

Nella "Notte" a Bologna, passeggiando fra gli 80 affollatissimi stand allestiti sotto i portici di via Zamboni, nel cuore della zona universitaria, avreste per esempio potuto "vedere" le particelle elementari: una camera a nebbia e le scie di condensazione dovute al passaggio di particelle cariche; la popolarissima "doccia di raggi cosmici" in cui dei LED vengono accesi quando i muoni attraversano scintillatori integrati in un vero box-doccia. C'erano anche sistemi moderni basati su fotomoltiplicatori al silicio (SiPM) e uno dei moduli del rivelatore EEE costruito da studenti delle scuole superiori in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche "Enrico Fermi", il CERN e l'INFN.

Numerosi gli stand sulle applicazioni pratiche e le ricadute tecnologiche della ricerca, intelligenza artificiale e TAC in formato olografico, o che evidenziavano inaspettati legami fra paleontologia e fisica nel ciclo di accrescimento delle conchiglie o degli alberi fossili.

Volendo, avreste potuto giocare con i fenomeni elettromagnetici o con il nuovissimo gioco da tavolo "Mesopoli", ideato in collaborazione con studenti liceali, le cui regole si ispirano alla QCD e al modello a quark, o assistere a pièce teatrali sulla fisica scritte e rappresentate da studenti delle scuole superiori.

Il programma comprendeva inoltre degli apprezzati seminari divulgativi sulla fisica teorica e incontri "faccia a faccia" con i ricercatori.

Vogliamo ricordare che il successo della "Notte" è anche dovuto alle numerose attività, molto gradite dal pubblico e proposte nelle settimane precedenti, quali gli aperitivi scientifici a più voci su argomenti come il quantum computing o le contaminazioni fra scienza e arte di Science Invaders al MAMbo, il Museo d'Arte Moderna di Bologna.

Che altro dire? Partecipare alla Notte Europea dei Ricercatori è una bellissima esperienza, che i ricercatori coinvolti si sono detti desiderosi di ripetere. Vi aspettiamo ancora più numerosi il 27 settembre 2019!